Cos’è il frutto dello Spirito Santo? Come svilupparlo nella nostra vita spirituale?
“Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c’è legge” (Galati 5, 22 – 23)
Nella lettera ai Galati san Paolo parla del frutto dello Spirito Santo, dell'importanza di farlo maturare nel proprio cuore, rifuggendo le opere della carne che allontanano dalla grazia di Dio.
Il primo frutto che Paolo elenca è l’amore. Non è un caso che il grande evangelizzatore abbia messo l'amore al primo posto, non solo perché è il più importante ma perché è la fonte di tutti gli altri frutti.
L’amore al primo posto e tutto il resto dopo, come a significare che è l’unico frutto da cui scaturiscono tutti gli altri dal momento che l’amore genera ogni virtù, come sostiene anche l’evangelista Giovanni 4, 8: “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”.
L’amore a cui dobbiamo tendere è AGAPE, ed è quello di cui parla Gesù nel discorso della montagna: “Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano, e pregate per quelli che vi maltrattano e che vi perseguitano” (Mt 5, 43 – 48) questo è il modello dell’amore che intende il Maestro.
Un amore che perdona sempre, che supera le discordie e che giustifica. Ma amore inteso anche come accoglienza verso tutti, perché il compito dell’uomo è accogliere il peccatore in qualsiasi situazione si trovi, senza mai accettare il peccato che commette. L’esempio migliore ce lo insegna il buon Samaritano, che si carica l’uomo e se ne prende cura a prescindere dalla sua identità, dal passato, dal fatto che se la sia cercata o meritata quella fine. Il Samaritano lo accoglie, cioè lo aiuta, fino a rimetterlo in piedi.
Secondo i padri della chiesa, l’amore si estrinseca anche nei gesti di affetto, tenerezza e cordialità. Come sostenuto da Papa Francesco, una persona piena di amore non può essere tirata e rigida ma deve mostrarsi tenera, laddove tenerezza non significa debolezza, ma dolcezza, affabilità e cordialità, perché l’uomo di preghiera, quando coltiva una vita spirituale profonda, eleva tutti i sentimenti umani.
La cordialità entra nell’agape, perché un uomo cordiale e tenero si commuove per il dolore altrui, aiuta gli altri ad aprirsi e riesce a trasmettere l’amore che ha con parole, gesti, atteggiamenti e silenzi.
Il contrario dell’amore è l’odio, l’egoismo, il rancore, la mancanza di perdono, la gelosia, l’invidia e la durezza del cuore.
Ti interessa sapere quali sono gli altri frutti dello Spirito Santo che scaturiscono dall'amore? Ogni settimana ne pubblicheremo uno perché questa estate possa essere l'occasione per coltivarli, farli maturare e viverli nella quotidianità.